Il settore sanitario si trova a dover affrontare al giorno d’oggi una serie di problematiche che investono il proprio personale sanitario ed in particolare la figura degli infermieri, professionisti che vedono da un lato la riconoscenza dell’opinione pubblica e dall’altro le note condizioni economico-lavorative sfavorevoli che stanno portando a un progressivo calo del personale.

 

Il ruolo dell’infermiere al giorno d’oggi

L’ultimo biennio è stato segnato principalmente dalla Pandemia COVID-19 che, richiedendo uno sforzo difficilmente quantificabile da parte del personale sanitario, ne ha messo in luce il ruolo fondamentale e il valore all’interno della tutela quotidiana della salute: tra le categorie principali figura quella degli infermieri, al centro di un bisogno sempre crescente da parte delle comunità locali e dei nuclei familiari. Il riferimento non è inerente soltanto al Coronavirus, che ha monopolizzato buona parte delle risorse a disposizione, ma anche ai disagi di ogni giorno in uno spettro che va dai piccoli malanni alle malattie più delicate da trattare.

 

Carenza di personale: cause e dinamiche

La recente situazione ha tuttavia evidenziato anche una serie di problematiche già note andando ad aggravare un quadro compromesso già da tempo: i parametri principali da prendere in analisi per circoscriverlo sono il progressivo calo di personale e le condizioni di lavoro, aspetti intrinsecamente legati tra di loro. I principali organi statistici evidenziano una preoccupante diminuzione del numero di infermieri a disposizione all’interno della sanità italiana: le stime vanno dalle 63.000 unità secondo la Federazione degli Ordini alle più di 100.000 avanzate dall’Università Bocconi, mentre Agenas (Agenzia Nazionale Servizi Sanitari) si attesta su una media di 80.000. Numeri che preoccupano il SNN e gli enti correlati, con le regioni che si sono attrezzate per risolvere il problema in maniera laterale inaugurando percorsi carrieristici paralleli come gli assistenti e operatori sociosanitari, chiamati a deviare parte del carico di lavoro e delle mansioni all’interno di un quadro caratterizzato da una mancanza di possibili risorse già alla base del percorso. Ed anche il tentativo di importare personale dall’estero non trova ancora un esistito stabile e positivo per via delle condizioni generalmente più appetibili di altri paesi europei e delle complesse politiche di immigrazione.

 

I carichi di lavoro sempre più ingenti vanno incontro a delle retribuzioni percepite come non adeguate, e questo è un altro parametro essenziale da prendere in considerazione. È stato infatti evidenziato come gli indici del potere d’acquisto applicati alla fine del decennio 2009-2019 (evidenziato come ultimo ciclo contrattuale) rivelino un ammanco medio di 2.165 pro capite per il personale infermieristico, cifra non compensata dalle indennità promosse dalle Leggi di Bilancio. La situazione è aggravata ulteriormente dalle disparità regionali e da quelle in riferimento al personale dirigenziale e non, tra cui gli infermieri, concorrendo a una situazione che chiede con urgenza di essere risolta su diversi fronti.

 

 

Bibliografia

https://www.epicentro.iss.it/politiche_sanitarie/ocseSistemaSanitario08

https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/lavoro-e-professione/2022-01-17/salutequita-allarme-organici-e-retribuzioni-personale-sanitario-10-anni-persi-quasi-3mila-euro-rendere-ssn-piu-attrattivo-rinnovi-contrattuali-all-altezza-e-chiudere-subito-123728.php?uuid=AEfsvV8