È più frequente di quanto non si creda. I dati Istat 2015, infatti, indicano che il 5,4% degli italiani soffre di diabete. Il diabete mellito è una malattia cronica molto grave che, se non curata, può avere conseguenze estreme. Ecco cosa c’è da sapere per non sottovalutarlo.
Di cosa si tratta esattamente?
Il diabete mellito è una malattia cronica, grave, caratterizzata da un aumento patologico della glicemia (la concentrazione di glucosio, uno zucchero semplice, nel sangue). Si tratta di una condizione molto frequente, i dati pubblicati nell’annuario statistico Istat 2015 indicano che è diabetico il 5,4% degli italiani. Nei soggetti sani, nonostante le ampie oscillazioni nel consumo, nell’utilizzo, e nella produzione di glucosio che si verificano nel corso della giornata, il livello di glucosio nel sangue è mantenuto in uno stretto intervallo attraverso un processo complesso che coinvolge diversi organi e ormoni. Responsabile del diabete è una carenza assoluta o relativa di insulina (un ormone fondamentale nello stimolare l’assorbimento, l’uso e l’immagazzinamento delle principali sostanze nutritive: glucosio, lipidi e aminoacidi e la cui azione più importante è quella di ridurre il glucosio nel sangue).
La differenza tra diabete di tipo 1 e 2
Si distinguono due tipi principali di diabete: il diabete tipo 1, caratterizzato da una carenza assoluta di insulina, dovuto a distruzione delle cellule beta del pancreas (le cellule che producono e secernono insulina), e il diabete tipo 2, la forma di gran lunga più frequente (costituisce il 90-95% dei casi di diabete), dovuto a un deficit parziale di secrezione insulinica che si instaura spesso su una condizione, più o meno severa, di insulino-resistenza (utilizzo non ottimale dell’insulina da parte dell’organismo). Il diabete tipo 1 è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario del soggetto riconosce come estranee e dannose le cellule beta del pancreas che producono insulina e le attacca fino a distruggerle, colpisce soprattutto bambini, adolescenti e giovani adulti; la causa del diabete di tipo 1 non è conosciuta e non è possibile prevenire la malattia.
La maggior parte dei casi di diabete di tipo 2 possono invece essere riconducibili all’obesità e alla mancanza di attività fisica anche se una predisposizione genetica può favorire la comparsa della malattia.
Il diabete mellito è associato con una ridotta aspettativa di vita, con una significativa morbilità e con una peggiore qualità della vita dovute alle complicanze microvascolari (retinopatia, neuropatia e nefropatia), all’aumento del rischio di complicanze macrovascolari (malattia cardiaca ischemica, ictus e malattia vascolare periferica) e al maggior rischio di infezioni. Infatti la glicemia elevata può, con il tempo, determinare gravi danni a cuore, vasi sanguigni, occhi, reni e nervi. Negli Stati Uniti, il diabete è la principale causa di nuova cecità negli adulti, di insufficienza renale e di amputazione non traumatica delle estremità degli arti inferiori.
Molte complicanze del diabete possono però essere prevenute o ritardate attraverso la diagnosi precoce e uno stretto controllo della glicemia. Pertanto, in presenza di sintomi che possono far sospettare la possibile presenza del diabete, è fondamentale consultare senza indugio il proprio medico.
I sintomi del diabete di tipo 1 includono:
- frequente bisogno di urinare (per aumentata produzione di urine),
- sete eccessiva,
- fame aumentata,
- perdita di peso,
- alterazione della vista,
- sensazione di stanchezza.
Il diabete di tipo 2 rimane silente per parecchio tempo, i sintomi rispetto al diabete tipo 1 si sviluppano in modo più graduale e sono meno evidenti.
Si possono presentare:
- sete intensa
- frequente bisogno di urinare,
- aumento dell’appetito,
- senso di affaticamento,
- visione offuscata,
- aumento delle infezioni genito-urinarie,
- guarigione più lenta di taglietti o piccole ferite.
Le cure
Nella cura del diabete è molto importante associare al trattamento farmacologico una dieta appropriata e un’adeguata attività fisica.
In entrambi i tipi di diabete la dieta deve comprendere carboidrati, cereali, frutta, vegetali e latte magro. Da preferire sono gli alimenti a basso indice glicemico (l’indice glicemico indica la capacità che ha un alimento di far aumentare rapidamente la glicemia dopo un pasto). Da questo punto di vista la pasta è meglio del pane. Raccomandabili sono i carboidrati contenuti nei legumi e i cereali integrali mentre sono da evitare le bevande zuccherate e i soft drink. Latte e latticini vanno compresi nell’alimentazione evitando quelli troppo ricchi di grassi e quelli con zuccheri aggiunti (ad es. molti yogurt alla frutta). Attenzione deve essere posta a non eccedere con il sale e i grassi (l’olio d’oliva va preferito ai grassi animali). Nella dieta devono inoltre trovare posto tutti i giorni la carne, il pesce o le uova. Le bevande alcoliche vanno limitate al massimo.
Le persone con diabete dovrebbero svolgere un’attività fisica regolare che dovrebbe essere modesta all’inizio e poi aumentata gradualmente.
Nel diabete di tipo 1 l’insulina costituisce un indispensabile trattamento salvavita.
Nel diabete di tipo 2 è necessario ricorrere alla terapia farmacologica solo quando la correzione degli stili di vita, una opportuna dieta, un adeguato esercizio fisico, la sospensione del fumo e la sospensione di eventuali farmaci ad azione diabetogena (ad es. glucocorticoidi o diuretici) non bastano a controllare il diabete. La terapia farmacologica deve cioè essere sempre successiva e integrativa della terapia non farmacologica. La cura dei pazienti con diabete di tipo 2 deve anche comprendere il trattamento delle condizioni associate alla malattia (ad es. obesità, ipertensione, dislipidemia, malattia cardiovascolare).
Le informazioni riportate in questo testo non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.
Bibliografia
Ministero della salute. Diabete. http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=168&area=Malattie_endocrine_e_metaboliche
Associazione dei Medici Diabetologi (AMD) e Società Italiana di Diabetologia (SID): Standard italiani per la cura del diabete mellito 2016. http://www.standarditaliani.it/
DL Kasper et al, Harrison’s Principles of Internal Medicine 19th edition Mc Graw Hill New-York
World Health Organization, Global Report on Diabetes. Geneva, 2016.