Sindrome Influenzale
La sindrome influenzale è una condizione patologica acuta e frequente, che colpisce ogni fascia di età, di natura prevalentemente virale ad esordio rapido, associata a febbre, malessere, astenia e sintomi respiratori; i virus responsabili di tale affezione sono molti (il virus respiratorio sinciziale, i metapneumovirus, gli adenovirus, i virus parainfluenzali etch…) L’influenza, invece, ha una precisa etiologia, essendo determinata da specifici virus influenzali A, B e C della famiglia Orthomyxovirus. Le due patologie sono difficilmente distinguibili clinicamente ed hanno entrambe una risoluzione spontanea.
Introduzione
L’infezione respiratoria si trasmette per contagio interumano, tramite secrezioni respiratorie da parte di individui affetti. I virus vengono trasmessi facilmente per aerosol (100.000-1.000.000 di virioni per gocciolina!) e dopo un’incubazione di 18-72 ore infettano l’epitelio ciliato di trachea e bronchi, provocando la lisi cellulare e la liberazione e disseminazione dell’infezione. L’epitelio ciliato viene danneggiato e risulta più suscettibile alla sovrapposizione batterica. La sintomatologia è sistemica, pur essendo l’infezione localizzata nell’albero respiratorio, a causa del rilascio in circolo di pirogeni endogeni (IL-1,IL-6,TNFalfa,). La febbre agisce come fattore ‘protettivo’ dell’organismo, in quanto potenzia le difese immunitarie e altera le funzioni enzimatiche virali: un rialzo termico può causare una sensibile riduzione delle capacità replicative di molti virus.
Classificazione dei virus dell’influenza
Il virus dell’influenza appartiene al genere Orthomyxovirus, famiglia Orthomyxoviridae. Presenta una elevata contagiosità e una circolazione stagionale: nei paesi temperati dell’emisfero settentrionale, o boreale, si propaga da ottobre ad aprile, con picchi tra dicembre e marzo, mentre nell’emisfero meridionale, o australe, il picco si verifica da aprile a settembre-ottobre. L’incubazione è di 1-5 giorni, il periodo di infettività : da 1-2 giorni prima a 4-5 giorni dopo la comparsa dei sintomi.
Il virus dell’influenza è distinto in tipo A, tipo B e tipo C. Il virus A si diffonde nell’uomo, nei maiali, nei polli, nei cavalli, è responsabile delle epidemie stagionali e delle epidemie pandemiche; il virus B è presente solo nell’uomo, in particolare nei bambini, ed è responsabile di piccole epidemie; il tipo C è attivo solo nell’uomo con infezioni asintomatiche,
Il Virus dell’influenza è un virus ad RNA (acido ribonucleico), diviso in 8 segmenti nel tipo A e B, 7 segmenti nel tipo C con forma ad elica. Sulla superficie (envelope) sono presenti 2 glicoproteine transmembrana: neuraminidasi (NA) ed emoagglutinina (HA) entrambe fondamentali per l’infettività del virus; sono caratterizzate da instabilità genetica, possono cioè subire mutazioni. Le mutazioni minori (drift) sono resposabili delle epidemie stagionali, le mutazioni più estese (shift) possono portare alla comparsa di virus “nuovi“ responsabili di pandemie. Le mutazioni genetiche a carico dell’emoagglutinina (HA) e della neuraminidasi (NA) individuano i sottotipi del virus influenzale A: H1N1, H1N3, H5N1, etc.
I vari segmenti dell’RNA virale oltre a codificare HA e NA codificano vari elementi che formano il virus: polimerasi (per la duplicazione dell’RNA), nucleocapside (NP), proteina M1 (proteina strutturale della matrice), proteina M2 (proteina di membrana) e proteine non stutturali NS1 e NS2. Le proteine M1, M2 e NP caratterizzano il virus influenzale in tipo A, B o C. Le due glicoproteine di superficie (HA e NA), le due proteine M1 ed M2 e la nucleoproteina sono riconosciute come antigeni, in grado di scatenare la risposta immunitaria.
La neuraminidasi e la proteina M costituiscono il bersaglio di farmaci antivirali, impiegati per il trattamento dell’influenza.
Epidemiologia
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’influenza, causata da un’infezione virale, ha facile diffusibilità nel mondo e colpisce tutte le fasce d’età; nelle regioni temperate il virus circola più diffusamente nei mesi invernali, mentre nelle regioni tropicali è presente tutto l’anno. Si stima che il virus colpisca annualmente il 5-10% della popolazione adulta ed il 20-30% di quella in età pediatrica.
Ogni anno si stima che su un totale oscillante tra i 3 e i 5 milioni di casi di influenza, 250-500 mila persone sviluppino complicanze che portano al decesso, soprattutto nella popolazione a rischio, costituita da anziani, pazienti affetti da patologie croniche e bambini.
In Italia la sorveglianza epidemiologica e virologica della sindrome influenzale è coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in collaborazione con il Centro Interuniversitario per la Ricerca sull’Influenza (CIRI) con il contributo dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, dei referenti presso le Asl e le Regioni. L’andamento epidemiologico delle stagioni influenzali viene monitorato attraverso la sorveglianza della sindrome influenzale “Influnet” , in modo da poter stimare l’incidenza settimanale durante la stagione invernale e rilevare durata ed intensità dell’epidemia. I dati raccolti a partire dal 1999, ed attualmente in corso di registrazione, hanno mostrato che mediamente la sindrome influenzale colpisce ogni anno l’8% degli italiani (range 4-12%) con un picco di incidenza all’inizio del mese di febbraio.
Sintomi e segni
I sintomi della sindrome influenzale e dell’influenza sono:
-Febbre (38-41°C) spesso accompagnata da brividi
-Tosse
-Mal di gola
-Ostruzione nasale e rinorrea
-Dolori muscolari (mialgie) e dolori articolari (artralgie) diffuse
-Mal di testa
-Fastidio all’esposizione alla luce (fotofobia)
-Malessere intenso, astenia ed inappetenza
-Nausea, vomito e diarrea, frequenti soprattutto nei bambini.
Nel lattante, inoltre, possono essere presenti pianto ed irritabilità. Nel bambino di 1-5 anni alla sindrome influenzale si associano spesso laringotracheite e bronchite.
Complicanze
Particolari categorie di persone sono più a rischio di complicazioni:
– soggetti anziani affetti da altre malattie croniche/metaboliche
– pazienti immunodepressi
– donne in gravidanza (2°-3°trim.)
– persone residenti in case di cura
– bambini
Fra le complicazioni più frequenti vi sono quelle respiratorie, quali sinusiti, otiti, bronchiti e, soprattutto, polmoniti; queste ultime possono essere causate dal virus o possono essere dovute ad una sovrapposizione batterica. La polmonite batterica rappresenta la complicazione più frequente. E’ causata generalmente da streptococchi di gruppo A, Staphylococcus aureus, pneumococco, Haemophilus influenzae; l’insorgenza di questa complicanza è favorita dalla compromissione dell’apparato muco-ciliare, indotta dall’infezione virale. Una polmonite più rara ma molto grave è la polmonite emorragica diffusa, che colpisce in particolare pazienti affetti da malattie cardiovascolari. Altre complicanze sono sinusite, otite (soprattutto nei bambini), bronchite, miocardite, pericardite, meningoencefalite. Una complicazione, attualmente molto rara, che colpisce quasi esclusivamente pazienti pediatrici, è la sindrome di Reye, caratterizzata da encefalopatia (sofferenza cerebrale con sonnolenza, disturbi della coscienza) ed alterazione della funzionalità epatica.
Diagnosi
Il medico formulerà la diagnosi di sindrome influenzale fondamentalmente basandosi sull’esame obiettivo e sulla clinica presentata dal paziente. In particolare, in accordo con quanto proposto dalla ECDC (European Center for Desease prevention and Control) la diagnosi di sindrome influenzale viene formulata dal medico nel caso di manifestazioni acute, con sintomi generali e respiratori: in particolare un paziente che presenta improvviso e rapido insorgere di almeno uno tra i sintomi generali (febbre o febbricola, malessere/spossatezza, mal di testa, dolori muscolari) ed almeno uno tra i sintomi respiratori (tosse, mal di gola, respiro affannoso) è affetto da sindrome influenzale.
Terapia
La terapia della sindrome influenzale ha come scopo quello di alleviare la sintomatologia, piuttosto che combattere i virus: questo per la difficoltà di identificazione precisa del virus responsabile e perché i farmaci antivirali attualmente in commercio sono efficaci contro i virus dell’influenza (riducono di circa un giorno la durata dei sintomi) e non contro tutti gli altri; inoltre non sono privi di effetti indesiderati. Poiché la sindrome influenzale è causata da virus, l’impiego degli antibiotici è sconsigliato perché non efficace, salvo il caso in cui il medico riscontri una sindrome influenzale complicata. Per il controllo dei sintomi influenzali (febbre e dolori diffusi articolari e muscolari) possono essere utilizzati gli antipiretici e gli antinfiammatori non steroidei.
E’ utile sottolineare che alcune categorie di pazienti presentano caratteristiche specifiche e che risulta utile, prima dell’assunzione dei farmaci, consultare il Curante; in linea generale è importante:
– nei bambini utilizzare le specifiche preparazioni pediatriche che permettono di modulare il dosaggio in base al peso;
– in gravidanza utilizzare paracetamolo;
– nei pazienti anziani e/o con patologie gastroduodenali o cardiovascolari consultare il medico per l’indicazione del farmaco da preferire.
Prevenzione
La prevenzione della sindrome influenzale e dell’influenza può essere attuata mediante l’adozione di misure non farmacologiche, le quali comprendono quelle norme igieniche che riducono il rischio di trasmissione degli agenti virali; il contagio avviene tramite le goccioline di saliva emesse con gli starnuti o la tosse, o per contatto con mani o superfici contaminate da secrezioni respiratorie: il rispetto di norme igieniche elementari costituisce quindi una importante forma di prevenzione. L’ECDC (European Center for Desease Prevention and Control) raccomanda, a tale scopo le seguenti azioni:
– lavaggio delle mani. Utilizzare acqua e sapone; in loro assenza si possono adoperare formulazioni in gel alcolici.
Per effettuare un efficace e igienico lavaggio delle mani è utile:
– Utilizzare sapone liquido e acqua corrente calda. Il sapone liquido è da preferire rispetto alla saponetta in quanto quest’ultima presenta una superficie esposta all’aria, con possibile contaminazione dei germi.
– Applicare il sapone su entrambi i palmi delle mani, strofinare accuratamente facendo particolare attenzione agli spazi al di sotto delle unghie e tra le dita.
– Risciacquare abbondantemente con acqua corrente.
– Asciugare le mani possibilmente con carta monouso o con un dispositivo ad aria calda.
– Non toccare rubinetti o maniglie con le mani appena lavate ma utilizzare una salviettina pulita, meglio usa e getta.
E’ altrettanto importante sottolineare quando lavare le mani:
– prima della preparazione e del consumo di cibi
– dopo essersi recati alla toilette
– dopo avere tossito o starnutito
– dopo essersi soffiati il naso
– dopo contatti con superfici potenzialmente contaminate (maniglie, corrimani, tastiere etc.)
Utile ricordare l’importanza di tale gesto: infatti, il lavaggio delle mani è pratica riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche in ambiente ospedaliero.
– Coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce utilizzando dei fazzoletti (preferibilmente monouso) e successivamente lavarsi le mani.
– Mantenere condizioni ambientali ottimali nei locali in cui si vive, evitando il fumo, areando spesso gli ambienti e mantenendo una corretta temperatura e umidità, in modo da favorire la giusta umidificazione delle vie respiratorie.
– Non condividere le stesse stoviglie per bere o mangiare.
– Rimanere a casa (isolamento volontario) in occasione di malattie respiratorie febbrili specialmente in fase iniziale.
– Utilizzare mascherine protettive da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambiente ospedaliero.
La prevenzione farmacologica dell’influenza può essere effettuata tramite vaccini; tali vaccini risultano inefficaci nei confronti delle sindromi influenzali sostenute da virus diversi da quelli influenzali, come il virus respiratorio sinciziale e i virus parainfluenzali. La composizione del vaccino antinfluenzale è stabilita ogni anno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sulla base di studi di sorveglianza riguardanti le caratteristiche dei virus influenzali delle ultime stagioni. I vaccini attualmente disponibili in Italia sono tutti vaccini inattivati i quali non contengono particelle virali vive, tranne un vaccino antinfluenzale costituito da virus attenuati, da somministrare per via nasale. I vaccini inattivati sono:
-vaccino split. Costituito da virioni frammentati il cui involucro proteico è stato rotto da particolari sostanze.
-vaccino a subunità. Contiene soltanto le glicoproteine di superficie (emoaggiutinina e neuraminidasi).
-vaccino adiuvato. Contiene antigeni di superficie emulsionati ad adiuvante oleoso.
-vaccino intradermico. Vaccino split che consente, con una siringa preconfezionata, di inoculare nel derma una dose concentrata (0,1 ml).
La vaccinazione, oltre a rappresentare un cardine nella prevenzione dell’influenza con un’efficacia del 70% circa, riveste un ruolo significativo nel prevenire le complicanze ad essa riconducibili.
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