L’ipertensione arteriosa è una delle principali cause modificabili per morte cardiovascolare in tutto il mondo: ciò vuol dire che possiamo fare qualcosa per cercare di tenerla sotto controllo. E tra le possibilità che abbiamo, oltre ovviamente a una cura farmacologica da concordare con il nostro medico di fiducia, c’è l’attività fisica, soprattutto agli esordi del problema. Una recente ricerca dell’Università del Nuovo Galles del Sud, pubblicata sulla rivista “Hypertension Research”, ha dimostrato che anche la ginnastica isometrica può essere un valido aiuto contro la pressione alta e che la sua facilità di esecuzione (basso costo, tempi ridotti) favorisce l’aderenza a questa pratica sportiva. Si tratta di esercizi che si basano su forme di contrazione muscolare statica, “movimenti da fermi” che riescono ad abbassare la pressione sanguigna. Non più solo esercizio aerobico, come passeggiate, cyclette o corsa quindi – un genere di attività che già viene consigliata ai pazienti, purché a intensità moderata e senza carichi – ma anche plank, squat e pressioni sul muro.

 

Dalla ricerca australiana, che ha coinvolto 1.140 persone con età media di 56 anni, è emerso che lo svolgimento regolare di questi esercizi riesce ad abbassare la pressione sistolica (la massima) di 7 millimetri di mercurio e la diastolica (la minima) di 4 millimetri di mercurio: un effetto di lieve entità, non è paragonabile a quanto ottenibile con la cura farmacologica, ma è un valido aiuto per chi è in una fase iniziale della malattia e deve riportare i valori nei livelli raccomandati. «La nuova analisi ci dimostra qualcosa di piuttosto nuovo – ha spiegato in un’intervista al Corriere Salute Daniele Andreini, direttore del Monzino sport center a Milano e professore di cardiologia della Statale di Milano -. Innanzitutto, che l’esercizio isometrico sembra essere sicuro nei soggetti ipertesi perché non è stato registrato un numero significativo di eventi avversi” e che tale attività «è raccomandabile solo a chi è iperteso di grado lieve e moderato o a chi, grazie alla terapia farmacologica, mantiene i livelli pressori controllati. Non consiglierei però questa attività ai malati cardiopatici complessi, come chi ha subito un intervento alle coronarie o ha avuto un infarto, per i quali resta fondamentale l’esercizio aerobico, anche solo camminare in modo costante e continuativo, cercando di abbandonare la pigrizia, magari scegliendo di fare a piedi almeno una fermata di autobus o di non prendere l’ascensore, naturalmente se non subentrano dolori toracici».

 

Ma in cosa consiste questo tipo di ginnastica? La ricerca pubblicata su “Hypertension Research” non indica esercizi specifici per tenere sotto controllo la pressione, ma il Corriere Salute ne suggerisce alcuni. Ad esempio, il classico plank sui gomiti: a pancia in giù, ci si tiene sollevati da terra sugli avambracci, in modo che il corpo formi una linea retta e parallela al pavimento. Poi c’è lo squat in versione isometrica: mettete i piedi alla larghezza delle spalle, piegate le cosce in modo che siano parallele al pavimento e rimanete in posizione senza spostare le ginocchia oltre le punte dei piedi. Abbiamo anche la pressione sul muro: appoggiate le mani sulla parete all’altezza del torace, fate un grosso passo indietro, piegate leggermente le braccia e iniziate a spingere contro il muro. Infine, la posa di preghiera: unite le mani davanti al petto e premete forte, senza sollevare le spalle. Ogni posizione va tenuta in tensione per almeno 20 secondi, senza superare i 30.

 

«Anche con lo sport vale l’aderenza alla terapia», ha sottolineato Andreini al Corriere. E, in questo senso, la semplicità e il basso costo di questi esercizi, che possono essere eseguiti sia in palestra che a casa, rappresentano un importante aiuto per l’aderenza alla pratica sportiva. Per facilitarla, è importante che i pazienti scelgano un’attività che piaccia: «Se l’attività fisica viene vissuta come una costrizione – ha spiegato il cardiologo – i pazienti si impegneranno appena un paio di giorni dopo la visita cardiologica, per poi abbandonare i buoni propositi, con il danno ulteriore che non stanno seguendo una terapia farmacologica. Per questo serve un patto tra medico e paziente, altrimenti meglio puntare subito sulle medicine». Infine, Andreini ha ricordato che la ginnastica isometrica non è, purtroppo, adatta a tutti: si tratta di «un buon approccio nelle forme iniziali di ipertensione, quando ancora non c’è una chiara indicazione se iniziare o no con la terapia farmacologica. L’esercizio fisico associato a piccole attenzioni dietetiche può ritardare di qualche anno l’inizio del trattamento con medicinali, con tutti i vantaggi connessi, sia di tipo economico sia legati ai possibili, seppur rari, effetti collaterali dei farmaci».

 

 

 

Bibliografia

Gli esercizi “da fermi” contro la pressione alta, Corriere Salute 10 febbraio 2022